Ai ritratti non siamo più abituati. Se diciamo "ritratto", la nostra memoria corre a qualche re immortalato sui libri di scuola o a qualche papa ornato di vesti preziose, ammirato in un museo. Il ritratto riproduce un'immagine fedele della realtà: cristallizza il tempo come le fotografie, ma richiede l'intervento di un artista e di tutta la sua maestria per ottenere un buon risultato. Sfogliare un libro che racchiude cinquantuno ritratti - come questo secondo volume di "In punta di matita" - richiede dunque un esercizio di analisi a cui non siamo più tanto avvezzi. Il suggerimento è di soffermarsi su ogni pagina e provare a guardarla con occhi curiosi, catturando un gesto, un'espressione, un lampo di luce che quel particolare soggetto ci trasmette, grazie all'uso sapiente della matita dell'artista.