Il racconto delle vicende della modernità - il "Tempo Moderno" del titolo - illustrato attraverso il tema del lavoro nelle arti del Novecento nel catalogo della nuova, grande mostra curata da Germano Celant con Anna Costantini e Peppino Ortoleva, in occasione delle celebrazioni del Centenario della costituzione della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, CGIL.
Il soggetto del lavoro percorre tutto il XX secolo, ponendo, attraverso lo sguardo di pittori, scultori, fotografi, grafici e cineasti, il problema della condizione degli esseri umani nella società industriale e post-industriale.
Da quando il ritmo della macchina è diventato l’orologio dei comportamenti degli esseri umani, il "tempo moderno" ha investito l’arte dell’ultimo secolo sia arricchendola di nuovi contenuti, temi, soggetti, sia modificandone il linguaggio. L’essere della modernità è un essere-macchina che vive in una società di massa, caratterizzata dalla tendenza a un’assoluta omogeneizzazione di comportamenti e idee. Anche in questo contesto, la questione del lavoro è centrale: la meccanizzazione e poi automazione del lavoro lascia immaginare l’utopia della liberazione del lavoro, che però nel mondo reale si capovolge in disoccupazione e sottoccupazione.
Il volume propone un itinerario di dipinti, sculture, disegni, fotografie, manifesti, video e film che, partendo da alcuni esempi delle figurazioni secondottocentesche del lavoro e dei luoghi del lavoro, dagli artisti francesi a quelli anglosassoni, attraversa tutto il XX secolo: dal Cubismo, Futurismo, Vorticismo e in generale dalle Avanguardie ai Realisti americani degli anni Venti e Trenta, dal Costruttivismo e Suprematismo dei rivoluzionari russi e, in seguito, dagli sperimentalismi Bauhaus in Germania al meccanicismo di Fernand Léger in Francia, all’irrisione critica dada e surrealista, dalla pittura realista del secondo dopoguerra all’intensificazione dei conflitti sociali degli anni Sessanta e Settanta e alla prima forte crisi globale della produzione che determinano un nuovo sguardo critico da parte degli artisti, fino alle ricerche artistiche degli ultimi decenni del secolo, al cinema e alla fotografia.