Non sempre reperibili nelle biblioteche pubbliche, l'Hydra mystica (1691) e la relativa traduzione italiana del 1761, sono sfuggite all'attenzione degli interpreti, dopo i noti, benemeriti interventi di Croce e Garin, di Badaloni e Quondara. I testi che qui si presentano e le relative pagine del curatore non rientrano nel programma di edizione critica da altri promesso e avviato.