Hubert Howard non aveva mai cercato alcun riconoscimento in vita. Eppure il suo contributo duraturo alla tutela e alla cultura italiana nonché la sua accorta amministrazione delle proprietà dei Caetani a Roma e in terra pontina meritano oggi un vasto consenso. Terzo figlio dell'illustre diplomatico Esme Howard (poi Lord Howard di Penrith) e dell'italiana Isabella Giustiniani Bandini, Hubert viaggiò con la sua famiglia in lungo e in largo. Nel 1940, dopo la laurea a Cambridge e varie occupazioni nell'editoria e presso il Ministero degli Esteri, prese parte alla International Volunteer Force in supporto dei finlandesi contro l'aggressione russa durante la breve Guerra d'Inverno. Nel 1943, entrò nel dipartimento dell'Intelligence della campagna alleata nella sua amata Italia, dove contribuì alla formazione del primo governo italiano postbellico. Dopo aver sperimentato la vita tranquilla dell'allevatore e perfino contemplato la prospettiva del sacerdozio, Hubert, discendente italo/inglese dei duchi di Norfolk, sposò Lelia Caetani, erede per metà americana del patrimonio di una famiglia storica altrettanto insigne. Fu questa la miglior decisione della sua vita. Indiscutibile è il ruolo chiave che ha ricoperto nella conservazione e pianificazione della gestione del patrimonio Caetani, in particolare degli archivi storici di Palazzo Caetani a Roma, dello splendido giardino di Ninfa e del formidabile Castello Caetani a Sermoneta. È stato uno dei co/fondatori di Italia Nostra, equivalente italiano del National Trust in Gran Bretagna, e ha contribuito in modo appassionato a preservare la bellezza e la cultura dell'Italia. La storia di Hubert è una storia di altruismo, perseveranza e coraggio. È anche la storia di un uomo che trovò nel suo matrimonio e nello status di figlio «adottivo» dei Caetani, la sua realizzazione più grande. Prefazione di Edward Fitzalan-Howard duca di Norfolk.