Anatomia del fascismo, scritto in francese e pubblicato da Bossard a Parigi nel 1925, è il libro svelto e acutissimo di un osservatore d'eccezione del fenomeno politico in atto in Italia, al quale Giuseppe Prezzolini (1882-1982), buon conoscitore di Mussolini dai tempi vociani, non aveva aderito, ma al quale non lesinava le sue simpatie. Nelle vesti di studioso attento e super partes, assai più che di militante, quello che sarà il Grande vecchio della memoria politica italiana, si mise a esaminare i tratti caratteristici del movimento, che il potere se l'era preso al termine di un certame violento, individuando soprattutto nell'energia della giovinezza la sua forza propulsiva, vincente al tavolo del potere, e ferreamente statalizzatosi nelle nozze con il nazionalismo conservatore. Il libro, lucido e istruttivo, mostra che alla storia si deve accedere non per la via ingannevole delle passioni, ma per gli asettici, impervi sentieri dell'analisi. Poiché il fascismo storico era morto - questa la sua convinzione - solo un anatomo-patologo, il medico diagnosta dei cadaveri, avrebbe potuto visitarlo.