La seconda metà dell'Ottocento, con il trasferimento da Torino a Firenze della Capitale e il successivo spostamento della stessa a Roma, costituisce un periodo difficile ma pieno di opportunità per la città toscana. In questo contesto, complicato anche dal cambio di regime politico, mutano i punti di riferimento del mondo culturale e della popolazione abituata al tranquillo ritmo provinciale. Gli avvenimenti si susseguono velocemente esigendo risposte rapide e, da parte dell'amministrazione pubblica, decisioni che divengono determinanti per il futuro sviluppo cittadino. È questo l'ambiente nel quale si forma ed è chiamato a confrontarsi e operare l'Architetto Giacomo Roster, con le sue doti professionali e umane, nella realizzazione dei progetti; viene richiesto ai professionisti un approccio multidisciplinare per tenere conto di quanto avviene all'estero e delle innovazioni che interessano non solo il campo dell'urbanistica cittadina, dello stile costruttivo e delle scelte dei diversi materiali edilizi ma anche e soprattutto quello della medicina, con un mutato concetto di cura del malato e quello della botanica, veicolo di conoscenza del prodotto agricolo-floreale non più limitato all'ambito locale ma esteso al mondo internazionale. Il Roster, infatti, anche nell'intento di favorire la comprensione dei requisiti occorrenti per dare risposte consone alla complessa realtà, fonda la rivista «Ricordi di Architettura», vero e proprio punto di incontro, scambio di idee e conoscenze fra gli addetti del settore. Alla luce di quanto espresso nel presente scritto, si formula l'auspicio che venga aperto o quantomeno favorito l'approfondimento e la valorizzazione del ruolo che questo architetto ha svolto nel panorama fiorentino.