"Temo di essermi letteralmente bevuto gli anni novanta. Letteralmente. Oggi galleggio nel decennio successivo. Quello senza nome. Gli anni da zero a dieci non hanno nome. Sono solo i primi". Inizia così questo splendido romanzo di Mario Sferdi che con un susseguirsi di storie e personaggi, sullo sfondo di una Genova postindustriale, prova a cogliere le ansie, le dissonanze e anche le speranze di una generazione che si è trovata improvvisamente adulta in un mondo in rapida trasformazione.