Francesco Radino – Fotografie 1968-2018
Francesco Radino è uno dei maestri della fotografia italiana contemporanea. Attivo da cinquant’anni in molti ambiti, dall’indagine sociale alla rappresentazione del paesaggio antropizzato, impegnato nell’elaborazione di un immaginario che parte dalla realtà ma costruisce forme raffinate e variegate stratificazioni visive, è una figura dalla creatività libera che si colloca fuori dagli schemi.
Nel suo lavoro da sempre intreccia spontaneamente produzioni su committenza, industriale, pubblica, editoriale e ricerca artistica, intuendo con anticipo che nella nostra complessa contemporaneità il mondo della professione e quello dell’arte sarebbero venuti sempre più a coincidere.
Partecipe degli sviluppi della fotografia di ricerca sul paesaggio contemporaneo, negli anni ha sviluppato un modo intimo di esplorare la realtà attuale nelle sue profonde trasformazioni economiche, storiche, sociali, culturali: il suo è dunque un lavoro che va oltre il genere del paesaggio, aprendosi a ogni aspetto del mondo, dalla natura, sua grande passione, ai territori urbanizzati, dalla figura umana agli oggetti, dagli animali alle architetture, ampiamente spaziando dal contesto italiano a quello internazionale, con frequenti viaggi, in particolare, negli USA e in Giappone.
Le fotografie di Francesco Radino sono intessute di pensieri e di memoria, di momenti di realtà e di frammenti di vissuto, sono animate da analogie e rimandi formali che affermano continuamente che il mondo è uno solo e la sua complessità non può essere guardata per settori separati.
Così, pesci, oggetti industriali, ombre, alberi, fiori, spiagge, resti archeologici, acque, montagne, strade di città, architetture storiche e contemporanee, cieli, pietre, prati, corpi, divengono oggetti di uno sguardo indagatore e poetico, organizzatore e immaginifico. “Il mondo delle forme si libera – scrive – e va al di là del senso immediato”, a legare immagini tra loro diverse c’è “un filo sottile ma forte che parla il linguaggio della vicinanza” ed esse sono “indicatori della realtà ma ci permettono anche di intravvedere la possibilità di una via d’uscita da essa”.
Forte di una cultura visiva profonda (il nonno fotografo, il padre e la madre entrambi pittori), frequentatore delle culture orientali, Radino immagina attraverso la fotografia un mondo di figure varie, tutte meritevoli di essere guardate e pensate, in una continua oscillazione dalla natura alla cultura.
La mostra Francesco Radino. Fotografie 1968-2018 presenta le ricerche più significative della produzione dell’artista nell’arco di cinquant’anni ed è organizzata in sezioni tematico-cronologiche.
È accompagnata da un volume di 320 pagine con 130 fotografie in bianco e nero e a colori, in italiano e inglese, edito da Silvana Editoriale, con testi di Roberta Valtorta, che ne è la curatrice, Giovanni Arpino, Giovanna Calvenzi, Paolo Cognetti, Eleonora Fiorani, Antonella Pellizzari, Urs Stahel, Fabrizio Trisoglio, Mauro Zanchi e di Francesco Radino stesso