Negli ultimi vent'anni si è accumulata una notevole bibliografia sull'antisemitismo fascista. Tuttavia, alcuni problemi storiografici e teorico-politici sono rimasti inevasi sullo sfondo, a cominciare dalle modifiche che la svolta antisemita del 1938 ha introdotto nell'apparato ideologico del fascismo. A essere coinvolti, in primo luogo, sono la tradizionale visione, diffusa durante il Ventennio, del concetto di 'nazione' e il modo in cui l'antisemitismo agisce da potente propulsore nel generale progetto fascista di costruzione della società totalitaria. Anche nell'epoca mussoliniana, la lotta contro l'ebreo diviene il tassello di un complesso mosaico storico-politico caratterizzato in senso dittatoriale. Il saggio è anche un momento di confronto con i maestri della storiografia del Novecento sul fascismo, da Renzo De Felice a George L. Mosse, e propone alcune categorie storiografiche, a cominciare da quella di «nazificazione del fascismo». L'ipotesi storiografica che guida la ricognizione di Germinario è che il vento gelido dell'antisemitismo non passa immune sul sistema ideologico fascista, costringendo invece a rivedere paradigmi teorici e definizioni concettuali in un rapporto, ideologico prima che politico, sempre più stretto con il nazismo.