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messina marion - falsa partenza

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Dettagli

Genere:Libro
Lingua: Italiano
Pubblicazione: 05/2019





Trama

Aurélie ha vent'anni. È francese, viene dalla provincia, da una famiglia operaia che ha condotto una vita di sacrifici per consentire ai figli di studiare e di fare uno scatto sociale. Alejandro ha la sua stessa età. È colombiano, nel suo paese era agiato e credeva che in Europa avrebbe avuto un grande avvenire. Arriva in Francia per studiare; qui, però, resta un immigrato: qualsiasi cosa faccia, qualsiasi cosa dica, sembra che le sue origini non possano mai essere messe da parte. Con il loro carico di frustrazione, solitudine e il bisogno di guadagnarsi da vivere con lavori precari, i due si incontrano e si innamorano: è una storia d'amore che travolge Aurélie e sorprende Alejandro, allentando almeno per un po' la morsa della delusione nei confronti del futuro e quel senso di estraneità dal resto del mondo che li percorre in modo così diverso. Ma presto neanche la passione basta più: servirebbero sicurezze economiche e lavorative, progetti, un'accettazione sociale che, prima a Grenoble e poi a Parigi, sembra impossibile per entrambi. Il romanzo d'esordio di Marion Messina è un racconto lucido e inesorabile delle difficoltà del mondo d'oggi per chi ha vent'anni, quando tutti ti dicono che hai il futuro davanti, ma ti ritrovi incagliato in un infinito susseguirsi di false partenze.




Recensione Libraio

Per una concatenazione di casi difficili da sbrogliare, erano affondati nello stesso posto nello stesso mo¬mento.
Alejandro è arrivato in Francia dalla Colombia: la sua famiglia è facoltosa, e la possibilità di studiare in Europa è una bella opportunità per costruirsi un futuro importante. Ma la realtà è che in Occidente Alejandro non trova nulla, trova solo la povertà. Un colombiano espatriato non vale nulla nel mondo di adesso, rimane solo un immigrato e l’Europa non crea tutte le opportunità di cui si vanta. L’Europa vuole forza lavoro ma non vuole viverci accanto. E Alejandro passa le giornate alle prese con l’inconsistenza, nevrotico, senza un soldo, senza avere nulla con cui passare il tempo se non la masturbazione e un po’ di musica. Incontra Aurélie che ha vent’anni come lui, è francese ed è povera. Aurélie frequenta anche lei l’università, in un faticoso tentativo di liberarsi del destino dei suoi genitori, una vita pacifica e insapore da operai. Una laurea può darle una possibilità, un’emancipazione, un avvenire professionale.
Si era applicata, era stata disciplinata, rigorosa e aperta di mente. Non aveva paura del lavoro intellettuale, né delle difficoltà fisiche. Aspirava sinceramente alla emancipa¬zione sociale, aspettava che succedesse qualcosa. E non stava succedendo niente.
L’università, si accorge Aurélie, è solitudine e disagio: la borghesia che la circonda non la accoglie, e il sistema universitario incoraggia l’ascesa dei medi. La medietà messa a regime è il volto della società, che sacrifica i competenti alla stessa stregua degli incapaci.
Non c’è posto per Alejandro e Aurèlie che si ritrovano ai margini, relegati a lavori di bassa categoria. Qualcosa devono avere sbagliato, questi ventenni destinati alle retrovie della società, eppure si erano attenuti alle regole della Repubblica.
Hanno lottato, studiato, fatto i concorsi, lasciato le case dei genitori per studiare a Grenoble, a Parigi, faticando negli ostelli, cercando connessioni gratuite per affacciarsi al mondo. Non è servito a nulla: il mondo non è più quello dei loro genitori. La repubblica li ha rigettati. E loro si sono piantati.
Era il grado zero della sofferenza, un lato b dell’esistenza.
Giovani senza prospettiva in una società frettolosa, cinica e sorda: questi sono ragazzi falliti già a vent’anni che non hanno una possibilità, che rimangono negli atri, senza poter salire ai piani alti, che passano ore sui treni per raggiungere un posto di lavoro senza senso né futuro, che consegnano pizze, che dividono appartamenti per tirare avanti. Sono elementi senza volto di un meccanismo che solo continuandosi a muovere va avanti, senza nulla concedere. Si annebbiano fumando e sognando: Viaggiava con la mente, tentava di sognare il suo avvenire professionale, poi tornava all’improvviso alla re¬altà con un brivido e un terribile senso di solitudine, tutto il suo essere faceva acqua.
Questi ragazzi non conoscono nemmeno la serotonina di Houellebecq, loro possono solo andare a fondo, senza desideri, senza prospettive, ossa congelate a vent’anni. Tutta la vita davanti: e davanti non c’è nulla.
C’è tutto il malessere dell’ex classe borghese in questo feroce e bellissimo romanzo di Marion Messina, che è ambientato in Francia ma appartiene a tutto l’Occidente, reo di aver consegnato ai propri figli un mondo ostile, senza sicurezze economiche, senza lavoro, senza accettazione sociale.
Un mondo che riesce a far sentire estraneo chiunque, ma intanto sventola le bandiere dell’impegno civile, della cultura sociale e del volontariato. Che manifesta per Ingrid Betancourt ma poi non dà una possibilità a un ventenne colombiano che vuole lavorare.
Un mondo ipocrita e cinico, perennemente connesso ma pronto a sacrificare i più deboli sull’altare della nullità.
Cittadino del mondo era l’ultimo capriccio di un popolo sazio che si muove senza rischiare la vita.

Recensione di Francesca Cingoli









Altre Informazioni

ISBN:

9788893448956

Condizione: Nuovo
Collana: OCEANI
Formato: Brossura
Pagine Arabe: 174
Traduttore: Lorusso A. M.


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