Il volume fornisce un quadro delle maggiori organizzazioni criminali presenti nei Paesi europei dell'ex blocco sovietico, con i loro effetti sui governi e sulle rispettive società. La caduta del muro di Berlino ha certamente agevolato i contatti tra le organizzazioni criminali europee. Durante la guerra fredda, per la mafia italiana era praticamente impossibile entrare in contatto con quella russa e, anche quando ciò avveniva, la collaborazione era estremamente limitata, per le difficoltà che qualsiasi merce incontrava nell'attraversare le frontiere, allora chiuse. Nell'epoca della globalizzazione anche il crimine si è globalizzato e la criminalità, di conseguenza, agisce a tutto campo. Il libro mostra come qualsiasi tipo di criminalità sia indissolubilmente legato alla società che lo circonda e ai suoi problemi. Per questo l'Autore inquadra il fenomeno criminale nella storia del singolo Paese e nella sua realtà politico-sociale del presente. Inoltre, attenzione è prestata all'incrocio tra terrorismo e criminalità, che si verifica, in special modo, nel traffico illecito di armi ed esplosivi. Le politiche per il contrasto alla criminalità spettano alle istituzioni degli Stati, che, per ovvi motivi di consenso popolare, non sempre seguono i suggerimenti degli esperti in materia.