Energia e rappresentazione: due parole chiave per entrare nell'inquieto laboratorio in cui Aby Warburg, nel corso della sua vita, trasformò radicalmente (anche grazie alla fondazione della Biblioteca che reca il suo nome) il modo di interpretare l'arte occidentale e, più in generale, la stessa produzione simbolica. A esplorare questa polarità di concetti nel pensiero di Warburg e di quegli allievi, come Erwin Panofsky ed Edgar Wind, che ne svilupparono in maniera originale l'eredità, è dedicato questo volume. In quindici saggi, esso raccoglie contributi dei maggiori specialisti a livello internazionale sull'argomento, sia sul versante della storia dell'arte sia su quello dell'estetica e della storia della cultura. La prima parte - con i saggi di Sigrid Weigel, Christopher D. Johnson, Fabrizio Desideri, Elena Tavani e Clio Nicastro - affronta il legame che il concetto di energia intrattiene con la dimensione estetica dell'esperienza umana. La seconda - con i saggi di Dorothea McEwan, Davide Stimilli, Saverio Campanini e Alice Barale - indaga il tema del rapporto tra immagine e memoria, a cui è dedicato anche l'ultimo progetto di Warburg, l'incompiuto Atlante Mnemosyne. La terza parte con i contributi di Dieter Wuttke, Claudia Cieri Via e Andrea Pinotti considera, infine, il rapporto tra rappresentazione artistica e iconologia in Warburg, Panofsky e Wind. Di quest'ultimo presenta anche, a cura di Simona Maniello, un importante testo inedito, La fallacia dell'arte pura.