Il mutamento religioso, ma anche sociale e culturale prodotto dall'avvento del Cristianesimo obbligò gli imperatori romani ad affrontare, a partire dal III secolo, la questione della pluralità delle fedi e delle identità. Nei saggi qui raccolti, relativi in particolare alla legislazione di Decio, Graziano e Teodosio, emerge quanto l'orientamento della legislazione dei singoli imperatori fosse ispirato - più che a granitiche convinzioni personali o a una visione lungimirante - a scelte politiche contingenti e dettate dal pragmatismo che consentiva loro, nella sfida che è della politica di ogni tempo, di dare risposte immediate a problemi concreti.