Non bisogna fidarsi delle madri! Questo Andrea Roedig lo ha capito ben presto nella sua vita. Sua madre, Lilo, è una bellissima donna. Classe 1938, cresce negli anni della guerra. Con il matrimonio si eleva socialmente, passando da commessa in un negozio di abbigliamento a responsabile di una macelleria. La felicità tuttavia è ancora lontana, niente di tutto questo arriva a guarirla dall'alcol e dalla tossicodipendenza. Quando Andrea ha dodici anni Lilo abbandona la famiglia. Sparisce per tre anni, e anche in seguito farà solo brevi apparizioni. La ferita emotiva non si rimarginerà mai. Con un approccio letterario di rara limpidezza e sofisticatezza, Andrea Roedig ricostruisce la figura di una donna a lei sconosciuta, sua madre, indagando nello stesso tempo il suo trauma infantile. Chi era sua madre? E chi sarebbe stata la stessa Andrea senza questa frattura emotiva? La mancanza di una madre può portare all'assenza totale di amore nella vita. E come si evolve una vita senza amore? Chi è questa donna che per tutta la vita resterà così tanto vicina e al contempo così dolorosamente sconosciuta e assente?