Perché ripubblicare un trattato storico e filosofico ottocentesco come quello di Melchiorre Gioja? Perchè è un testo che affronta un problema assai attuale: quello del riconoscimento del merito o della sanzione dell'agire socialmente dannoso. La meritocrazia, da una parte, i premi e l'etica delle virtù dall'altra, sono tematiche di grande attualità nel dibattito economico contemporaneo. Si pone nella prospettiva della ripresa dei classici dell'Economica civile che comincia a rappresentare un paradigma economico alternativo a quello ormai agonizzante del neoliberismo. La particolarità dell'opera giojana - che qui si ripropone nell'edizione del 1818 - si articola tra il ricorso al metodo di indagine classificatoria e statistica e il riferimento a molteplici tradizioni filosofiche, storiche, economiche - Genovesi, Smith, Bentham. Tale ricchezza di metodo e contenuti consente di riflettere in maniera originale sulla problematica dei premi alle virtù e delle punizioni ai comportamenti viziosi (tra questi il gioco d'azzardo). Ma come si misura il merito? Gioja si confronta con la difficoltà di reperire un'unità di misura che possa adeguatamente giudicarlo, cercando, attraverso la definizione di un metodo di ricerca, di dare soluzione al problema della misura delle forze fisiche, intellettuali e morali.