Chi ha peccato di Anna Bailey ci porta dritti nella provincia rurale americana, quella che grazie alla narrativa abbiamo imparato a conoscere.
Una provincia dove la facciata nasconde l'ipocrisia, dove i segreti si nascondono dietro la polvere e dove basta un niente a far deflagrare le vite.
Chi ha peccato è la storia della scomparsa della diciassettenne Abigail.
Abigail ha lasciato dietro di sé l'idea che la vita sia solo all'inizio, l'amica Emma pronta a tingerle i capelli di biondo, un padre alla sua disperata ricerca, un fratello che ha delle macchie da nascondere e una madre in stato catatonico.
Chi ha peccato è ambientato in una cittadina dal nome di Whistling Ridge, in un Colorado che ci ricorda tanto quello raccontato da
Kent Haruf. Eppure in Haruf l'umanità non è tutta ombre, mentre in
Chi ha peccato, la cittadina è un nido di serpi, una matassa di segreti e di ipocrisia dove il ruolo principale spetta a un predicatore folle.
Abigail sorride dai volantini che recano la scritta "Missing". Sorride da questi pezzi di carta attaccati sui pali della luce, ai muri della città, alle porte della chiesa.
E la Chiesa gioca un ruolo chiave in Chi ha peccato, perché è da lì che ogni domenica il Pastore Lewis getta le sue invettive, come benzina su un fuoco pronto a divampare.
Chi ha peccato è la storia di una città costruita sui segreti: le sue fondamenta fatte di rabbia, colpa, rimpianti, sono destinate a crollare.
Recensione di Stefania C.