La comunità mercantile costituì il soggetto primario della trasformazione del sistema finanziario toscano lungo i decenni iniziali dell'Ottocento. Accanto ad esso si pose una porzione molto limitata dell'aristocrazia regionale che si orientò soprattutto a sottoscrivere il capitale azionario delle Casse di sconto e di alcune iniziative di credito mobiliare. Fino agli anni Cinquanta mancò anche un intervento diretto dell'autorità statale che, tuttavia, nel momento in cui concepì l'opportunità di una banca di emissione unica, non seppe darle regole precise.