Quale lingua può parlare una scrittura che voglia mostrarsi all'altezza del "contemporaneo"? Quali temi potrebbe svolgere, e quale tono assumere una poesia, o ormai una post-poesia, che desideri misurarsi con la nostra lingua d'uso, formata sugli stereotipi dell'infotainment, che ci rende così come oggi siamo? Che originalità si potrebbe ancora dare? E che ne è di sguardi, vicende e felicità personali? Tra gli altri spunti di interesse, a questo campo di domande sembrano guardare molte sequenze di prose e di quartine di questo libro complessivo dell'autore.