Il Medio Regno resta la meno conosciuta delle tre grandi epoche, Antico, Medio e Nuovo Regno, che fecero della civiltà egizia una lunga, splendida tappa dell’evoluzione dell’Uomo. Sarà forse dovuto alla sua durata più breve, e quindi al numero relativamente contenuto delle vestigia e dei reperti, o alla minore spettacolarità degli stessi: quanto è giunto fino a noi del Medio Regno non è certo paragonabile alle piramidi del Cairo o ai grandi templi di Luxor.
Ma gli studiosi considerano tale periodo l’età d’oro, l’epoca classica della storia dell’intera civiltà egizia, così come veniva apprezzata dagli stessi Egizi delle epoche successive.
L’arte della rappresentazione toccò i massimi livelli: la letteratura, senza soluzioni di continuità con quella eccellente del Primo Periodo Intermedio, produsse opere di valore così elevato che gli Egizi di poi, a partire dal Nuovo Regno, le adottarono come esempi da imitare e le usarono ampiamente a fini scolastici; la lingua del Medio Regno, valutata dai posteri la classica dell’Egitto antico, servì infatti da modello linguistico per le iscrizioni sacre e monumentali fino all’epoca greco-romana.
Ma anche i costumi sociali e le credenze religiose, pur rimanendo saldamente nel solco della tradizione avita – peculiarità della civiltà egizia – subirono durante il Medio Regno importanti innovazioni, interessando fin la funzione regale ed il rapporto del sovrano e degli Egizi tutti con l’Aldilà.