Le testimonianze e i diari sono racconti scritti in presa diretta da protagonisti diversi, per sensibilità, cultura, impostazioni politiche che hanno vissuto la liberazione di Perugia da parte degli alleati il 20 giugno 1944 e la nuova organizzazione politico-amministrativa della città fino al novembre dello stesso anno. La realtà perugina è descritta dal notaio Francesco Briganti, dalla barista Silvana, da un anonimo giornalista del "Corriere della Sera", giornale pubblicato nella Repubblica Sociale Italiana, non ancora liberata dagli alleati e da due prelati molto conosciuti in città, don Federico Vincenti e padre Giovanni Ciscato, che descrivono i danni subiti dalle loro parrocchie a seguito dei bombardamenti. Sono tracce indelebili, ancora fresche e soprattutto vere, dei sentimenti di chi ha vissuto eventi unici ed eccezionali che hanno assunto il significato di liberazione per molti; mentre per altri è prevalso il significato dell'occupazione dovuta ad una dolorosa sconfitta.