Anna era piccola quando ha perso la sua mamma, di cui non ha memoria. L’unica cosa che la lega a lei è una lettera, ritrovata quando aveva dieci anni, tenutale nascosta da suo padre nel vano tentativo di risparmiarle un dolore… col risultato invece di privarla di una immensa gioia.
Dall’altra parte c’è Alessia, la nuova compagna di Giovanni, madre della sua secondogenita, eterna innamorata dell’amore. Non è affatto diversa, in questo, dalla sua mamma, ma Anna non lo sa, non lo vuole vedere, decisa com’è a disobbedire, a offendere, a inseguire la solitudine.
Le vite di queste due donne, una adolescente e una trentenne, solo apparentemente fragili, si troveranno unite nel fronteggiare lo stato di emergenza per pandemia globale a causa del Covid 19 e in questo tempo di dolore avranno l’occasione di scoprirsi, sorprendersi e rivelarsi i loro più profondi sentimenti.
Tra la citazione di un film e quella di una canzone, fra amori presenti e ricordi di amori passati, la storia di Anna e Alessia traccia per entrambe un percorso di crescita e maturazione personale, percorso che tra curve e salite le condurrà alla pienezza del loro essere donne… solidali e complici come solo le donne sanno essere.
Alice Gransassi Ferretti nasce a Milano un numero di anni fa tale per cui i commessi che le si rivolgono quando entra in un negozio, utilizzano ormai il: “Come posso aiutarla, signora?” al posto del tanto vecchio e a lei caro: “Ciao, dimmi, hai bisogno?”.
Madre per vocazione, psicologa per professione, scrittrice per passione da sempre, è intollerante nei confronti delle ingiustizie, che combatte da incendiaria, domandandosi se sia vero che poi, col tempo, si diventa un po’ pompieri. Non ne è molto convinta, ma nel frattempo, vive e ama profondamente e incessantemente la sua famiglia.
Questo è il suo secondo romanzo con Albatros. Il primo è Di un romanzo ai tempi di Instagram e di una storia d’amore.