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«Gerarchie solidamente stabilite in ogni ambito dell'esistenza non permettono a nessuno, se non in apparenza, di toccare chi sta più in alto, di calare verso chi sta più in basso.Si annidano ovunque nella coscienza degli uomini e determinano il loro comportamento verso gli altri.» Elias Canetti
Fatichiamo a rendercene conto, ma quando parliamo di 'ascensore sociale' che premi i più 'capaci e meritevoli', quando evochiamo il 'paracadute sociale' per i perdenti nella 'gara' della vita, o alludiamo a scalate e arrampicatori, utilizziamo metafore spaziali le cui origini sono antichissime. Così, chi detiene il potere e sta 'sopra' viene sistematicamente definito 'superiore', mentre chi lo subisce, stando 'sotto', è 'inferiore' o 'subalterno'. In sostanza, la metafora spaziale verticale è divenuta la principale forma espressiva del principio di gerarchia che, così, sembra far parte dei processi cognitivi dell'essere umano. Tutto questo ha importanti ripercussioni sulle democrazie liberali. È proprio un processo di polarizzazione che sta mettendo in pericolo il patto sociale che ha retto gli Stati occidentali negli ultimi decenni. Il contributo riequilibratore del diritto è decisivo, in particolare quello che può dare il costituzionalismo sociale del secondo dopoguerra se spogliato di ogni patina gerarchica e valorizzato nella sua dimensione culturale. Perché, anche se a volte lo dimentichiamo, questo è il fine del diritto: contrapporsi alla forza, al privilegio, all'ingiustizia.
Tania Groppi è professoressa ordinaria di Istituzioni di diritto pubblico nell'Università di Siena, dove insegna anche Diritto comparato. Ha diretto e dirige progetti di ricerca, nazionali e internazionali, sulla giustizia costituzionale, la democrazia costituzionale, il dialogo tra le corti. Ha partecipato ad attività di Institution building, tra l'altro, in Iraq, Repubblica Democratica del Congo, Tunisia. Ha pubblicato più di duecento articoli e i volumi Canada (Il Mulino 2006), Le grandi decisioni della Corte costituzionale italiana (Editoriale Scientifica 2010), The Use of Foreign Precedents by Constitutional Judges (a cura di, con M.-C. Ponthoreau, Hart Publisher 2013), Tunisia. La primavera della Costituzione (a cura di, con I. Spigno, Carocci 2015) e Menopeggio (Il Mulino 2020). Per Laterza è autrice di Il federalismo (2004).
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