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Trasformare il disagio sociale in consenso politico è da sempre la cifra di ogni forma di demagogia: solo affrontando i problemi che sono all'origine della disuguaglianza, la nostra democrazia potrà vincere la sfida populista.
Negli ultimi anni movimenti e partiti populisti hanno registrato, in Italia come in Europa, un costante aumento di consensi. Certo, pesano il risentimento contro le élites e le ansie provocate dall'insicurezza, l'immigrazione e la paura della perdita delle tradizionali identità 'culturali', ma sono le disuguaglianze il vero, potente, motore del loro successo: disparità economiche, sociali e culturali, sia tra i ceti che tra i territori, che hanno creato una 'classe dimenticata'. Analizzando il nostro paese da nord a sud e dai centri alle periferie, mettendo insieme risultati elettorali e peculiarità economiche e demografiche, Pier Giorgio Ardeni arriva a un'evidenza incontestabile: che il successo dei populismi trae linfa da divari di condizione a cui non è stata data risposta. I poveri contro i più ricchi, i ceti 'non protetti' contro quelli 'garantiti', le aree interne e periferiche contro quelle urbane. Scopriremo che se vogliamo salvaguardare la nostra democrazia non c'è altra strada che affrontare il problema alla radice: ridurre le disuguaglianze.
Pier Giorgio Ardeniè professore di Economia politica e dello sviluppo all'Università di Bologna. Studioso di sviluppo e povertà, storia e migrazione, ha lavorato con organismi internazionali in Europa orientale, Asia e Africa ed è stato, nel quadriennio 2016-2019, presidente della Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo. I suoi più recenti studi vertono sui temi delle disuguaglianze e dei divari sociali, della storia dello sviluppo italiano, della grande migrazione e della guerra sui monti dell'Appennino. Tra i suoi scritti degli ultimi anni, oltre a vari contributi di ricerca, i volumi: Cento ragazzi e un capitano. La brigata Giustizia e Libertà "Montagna" e la Resistenza sui monti dell'alto Reno tra storia e memoria (2014), Across the Ocean to the Land of Mines (2015) e Crisi, trasformazioni e i punti di svolta della storia (2019).
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