La mano tagliata

Protagonista del romanzo è una mano tagliata. La mano è dalla carnagione chiara, ingemmata ed è contenuta in una scatola di cuoio che il conte milanese Alimena, un dandy dannunziano, algido e insensibile al fascino femminile, trova e di cui si innamora perdutamente. Da qui l’epopea della ricerca della proprietaria della mano attraverso l’Italia e l’Europa diventa un’ossessione per il Conte e lo vede scontrarsi con lo scienziato ebreo Marcus Henner, il quale vuole ritornare in possesso della mano che lui stesso aveva tagliato alla donna che amava, non riuscendo a piegarla ai suoi desideri. Il dualismo tra Alimena ed Henner, tra Bene e Male, è niente in confronto al grande duello tra Cristiani e gli Ebrei verso cui la Serao non è proprio tenera: solo nell’ultima parte del romanzo tutti i fili giungono a spiegazione attraverso tre lettere, ma il lettore ne potrá leggere solo due…

Matilde Serao è stata una protagonista del rinnovamento della letteratura e del giornalismo italiano negli anni cruciali tra Ottocento e Novecento. Nata a Patrasso nel 1856 e morta a Napoli nel 1927 è stata la prima donna italiana a fondare e dirigere un quotidiano: Il Corriere di Roma prima, Il Mattino di Napoli e Il Giorno poi. Oltre ad aver lavorato intensamente come giornalista, fu autrice di settanta fra romanzi e raccolte di racconti, la maggior parte di impronta verista e negli anni Venti ottenne sei candidature al Nobel per la Letteratura. Paladina degli ultimi, amica dei potenti senza mai concedere ad essi indulgenza e sottomissione, Matilde Serao resta per il giornalismo italiano, e non solo, un faro di luce. La mano tagliata è stato scritto nel 1912.

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