11/06/2014
Di mitibeatrice
5 stelle su 5
Alla sua seconda pubblicazione con l’editore romano, anche in quest’opera l’autore affronta temi importanti dal punto di vista politico e sociale: in “Cinque giorni in aprile” si narrava delle trasformazioni in corso nel Settecento, qui siamo invece alla fine della Seconda guerra mondiale. La storia la conosciamo tutti: Hitler era asserragliato nel suo bunker berlinese, mentre i russi stavano invadendo metro dopo metro la città, così decise di suicidarsi per non cadere vivo nelle loro mani o forse per non fare la stessa fine di Mussolini. Ma siamo proprio sicuri che le cose andarono così? Quella che Pietro De Santis ci presenta attraverso il suo romanzo è una delle teorie alternative secondo la quale Hitler sarebbe stato invece fatto scappare da Berlino, grazie a una cooperazione internazionale e contro la sua volontà.
La narrazione viene fatta sia in presa diretta sia attraverso il racconto di un ormai vecchio pilota tedesco che partecipò alla missione.
Molte sono le note di merito che voglio riconoscere allo scrittore: innanzitutto una grande conoscenza dei fatti storici, molto più profonda e dettagliata di quella che comunemente si ha: degli intrighi internazionali, per esempio, o delle singole personalità delle più alte gerarchie naziste, per fare un altro esempio, da quelle più fedeli a quelle che tradirono il loro Führer. E poi la bellezza dell’ironia che riesce ad alleviare anche le fasi più gravi della storia e a mantenere il buon umore.
Un bel romanzo, coinvolgente e di spessore.