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Libri di John Steinbeck


Foto di John Steinbeck
John Steinbeck

John Steinbeck (Salinas, California, 27 febbraio 1902 – New York 20 dicembre 1968) è stato uno scrittore statunitense vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1962 Durante la sua carriera letteraria ha scritto 33 libri, tra cui 16 romanzi, sei libri di saggistica e due raccolte di racconti. È noto per aver scritto i romanzi Pian della Tortilla (1935), Vicolo Cannery (1945), l'epopea familiare La valle dell’Eden (1952), le novelle Il cavallino rosso (1933) e il romanzo breve Uomini e topi (1937). Furore (1939) valse a Steinbeck il Premio Pulitzer ed è considerato da molti il suo capolavoro. La maggior parte delle opere di Steinbeck è ambientata nella California centrale, in particolare nella valle di Salinas. Le sue opere indagano spesso i temi del destino e dell'ingiustizia, raccontando specialmente la storia di persone oppresse e comuni.




Biografia

John Steinbeck nacque il 27 febbraio 1902 a Salinas, da genitori di origini tedesche e inglesi. La sua famiglia viveva in una piccola valle rurale a circa venticinque miglia dalla costa del Pacifico. Sia la valle che la costa serviranno da ambientazione per i suoi romanzi migliori. Steinbeck trascorreva le sue estati lavorando nei ranch vicini e in seguito nelle fattorie di barbabietola da zucchero. Grazie a queste esperienze apprese gli aspetti più duri della vita dei braccianti agricoli, materiale alla base del romanzo breve Uomini e topi

Steinbeck si diplomò nel 1919 e continuò a studiare letteratura inglese alla Stanford University, abbandonata senza laurearsi nel 1925. Dopo un periodo a New York, nel 1928 Steinbeck si stabilì in un cottage poco fuori Monterey (California centrale) iniziando a scrivere a tempo pieno. 

 Il primo romanzo di Steinbeck, La santa Rossa, pubblicato nel 1929, è liberamente ispirato alla vita del corsaro Henry Morgan e sul suo assalto e saccheggio della città di Panama. 

Tra il 1930 e il 1933 Steinbeck scrisse tre romanzi. I pascoli del cielo (1932) consiste in dodici storie ambientate in una valle vicino a Monterey, scoperta da un caporale spagnolo mentre inseguiva schiavi indiani in fuga. Nel 1933 Steinbeck pubblicò Il cavallino rosso, una storia di 100 pagine che evoca i suoi ricordi d'infanzia. Il romanzo Al Dio sconosciuto, dal nome di un inno induista, segue la vita di un contadino californiano e del culto primordiale e pagano per la terra che lavora. 

Steinbeck ottenne il suo primo successo di critica e pubblico con Pian della Tortilla (1935), un romanzo ambientato nel primo dopoguerra a Monterey. Il libro descrive le avventure di un gruppo di giovani reduci senzatetto, poco prima del proibizionismo. Steinbeck li paragona ironicamente ai cavalieri della Tavola Rotonda, solo che questa volta i protagonisti rifiutano i costumi tradizionali della società, intenti come sono a godersi la vita fra grandi bevute, storie d’amore e piccoli furti. Da Pian della Tortilla fu tratto il film omonimo del 1942, con Spencer Tracy, Hedy Lamarr e John Garfield. 

Negli anni successivi Steinbeck iniziò a scrivere una serie di opere "californiane" ambientati tra la gente comune durante la Grande Depressione: La battaglia (1936), Uomini e topi (1937), La lunga vallata (1938) e Furore (1939). Scrisse poi una serie di articoli per il San Francisco News sulle difficili condizioni dei lavoratori emigrati in quegli anni in California dal Midwest poi raccolti nel volume The Harvest Gypsies

Uomini e topi è il dramma di due braccianti agricoli emigrati in California. Il libro fu acclamato dalla critica e anche il suo adattamento teatrale fu un successo. La storia è diventata anche un film di Hollywood del 1939. 

Furore del lungo viaggio di una famiglia di contadini che dalle pianure dell’Oklahoma va in cerca di fortuna in California. Vincitore del Premio Pulitzer e del National Book Award, il romanzo rappresentò il più grande successo di Steinbeck. Poco dopo uscì anche il film ispirato al romanzo, diretto da John Ford e con Henry Fonda nei panni del protagonista, Tom Joad. 

Seguì poi il romanzo La luna è tramontata (1942), sullo spirito di resistenza di un villaggio nel Nord Europa e ispirato all’occupazione nazista della Norvegia durante la Seconda Guerra Mondiale. 

Nel 1943 Steinbeck prestò servizio come corrispondente di guerra accompagnando le incursioni di un commando contro le postazioni tedesche nelle isole del Mediterraneo. Nel 1944 scrisse Vicolo Cannary, racconto nostalgico su Monterrey e i suoi abitanti. Dopo i romanzi del 1947, La corriera stravagante e La perla, Steinbeck intraprese un viaggio in Unione Sovietica da cui poi trasse il libro Diario russo (1948). 

Nel 1952 fu pubblicato il romanzo più lungo di Steinbeck, La valle dell’Eden, da cui fu tratto il film di culto di Eliah Kazan con James Dean. Dopo i romanzi Quel fantastico giovedì (1954), libro che conclude idealmente la trilogia di libri dedicata a Monterrey, e il satirico Il breve regno di Pipino IV (1957), Steinbeck viaggiò in Inghilterra nel Somerset. Durante il suo soggiorno inglese iniziò a scrivere Le gesta di re Artù e dei suoi nobili, pubblicato postumo nel 1976. 

Nel 1960 viaggiò attraverso gli Stati Uniti in compagnia del suo barboncino Charley. Il diario di questo viaggio, in cui Steinbeck si lamenta della sua gioventù perduta, fu pubblicato con il titolo Viaggio con Charley

Del 1961 è L’inverno del nostro scontento, la storia di Ethan Hawkley, discendente di un’antica famiglia di balenieri che cerca di recuperare il benessere economico di cui un tempo godeva la sua famiglia grazie a truffe e loschi traffici. Il romanzo, che vuole essere una denuncia della decadenza morale degli Stati Uniti, non ricevette un’accoglienza positiva dalla critica e convinse Steinbeck a non pubblicare più nessun’opera di narrativa fino alla sua morte. 

Nel 1966 Steinbeck partì come corrispondente di guerra in Vietnam (scritti raccolti poi nel volume Vietnam in guerra. Dispacci dal fronte). Morì a New York il 20 dicembre 1968, durante una pandemia influenzale.





Citazioni

Al diavolo tutto quanto! Non c’è nessun peccato e nessuna virtù. C’è solo quello che la gente fa. È tutto parte della stessa cosa. E certe cose che la gente fa sono belle, e invece altre non sono belle, ma questo è il massimo che qualsiasi uomo ha il diritto di dire.




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