Lalla Romano nacque a Demonte l’11 novembre 1906 da Roberto, geometra a capo dell’Ufficio tecnico comunale, e da Giuseppina Peano, nipote del matematico Giuseppe Peano. Dopo la maturità classica, nel 1924 si trasferì a Torino per iscriversi alla facoltà di lettere e filosofia dove si laureò nel 1928.
Appassionata di pittura, la Romano si iscrisse alla scuola di pittura allieva di Felice Casorati esponendo poi le sue opere in diverse mostre. Dopo un periodo di insegnamento a Cuneo, nel 1935 tornò a Torino entrando in contatto con gli scrittori e intellettuali del gruppo sorto intorno alla casa editrice Einaudi, tra cui Pavese, Elio Vittorini Natalia Ginzburg, Italo Calvino, Giulio Bollati e lo stesso Giulio Einaudi.
Nel 1941 Lalla Romano pubblicò il suo primo libro, Fiore, una raccolta di poesie apprezzate ancora inedite da Eugenio Montale. Durante la guerra fu costretta a rifugiarsi nelle campagne di Cuneo partecipando alla Resistenza e aderendo a Giustizia e Libertà.
Nel 1947 la
Romano si spostò con il marito a Milano, abbandonando definitivamente la pittura e iniziando a insegnare alle scuole medie, fino al pensionamento nel 1959. Da questa esperienza nacque anni dopo
Un caso di coscienza (1992). Collaborò poi con numerose riviste e quotidiani e conobbe importanti figure del mondo letterario e delle avanguardie artistiche tra cui Alberto Mondadori, Carlo Bo, Vittorio Sereni, Gillo Dorfles, Cesare Segre e Giovanni Testori.
Il primo libro in prosa di
Lalla Romano,
Le metamorfosi (1951), è una raccolta di sogni, composta da narrazioni brevi, evocative e fu pubblicato nella storica collana Einaudi, I Gettoni, diretta da Elio Vittorini. Nel 1955 pubblicò
L’Autunno, una raccolta di poesie, seguita nel 1957 poi da
Tetto Murato, romanzo sulle esperienze fatte durante la Resistenza.
Nel 1959 uscì
Diario di Grecia, il racconto di un viaggio compiuto con il marito, seguito poi da
L’uomo che parlava solo (1961). Nel 1964 uscì, sempre per Einaudi,
La penombra che abbiamo attraversato in cui vengono rievocati i genitori e la sua infanzia a Demonte prima della Grande Guerra.
Nel 1969
Lalla Romano pubblicò il romanzo
Le parole tra noi leggere, sul complicato rapporto madre-figlio. Il libro vinse il Premio Strega e diede all’autrice grande popolarità. Nel 1973 seguì il romanzo breve
L’ospite, la storia di un bambino trascinato nelle complicazioni di un matrimonio fallito.
Nel 1975 la
Romano pubblicò il primo dei romanzi “per immagini”,
Lettura di un’immagine, seguito negli anni da
Romanzo di figure (1986),
Nuovo romanzo di figure (1997),
Ritorno a Ponte Stura (2000), tutti scritti a commento delle fotografie del padre, realizzate a Demonte durante l’infanzia della scrittrice. Pubblicò, inoltre,
La villeggiante (1975, ripubblicato poi con il titolo
Pralève), con una selezione di racconti giovanili e un diario di villeggiatura in un paese della Val d’Aosta.
Nel 1976 fu eletta al Consiglio comunale di Milano come indipendente nelle liste del Partito comunista italiano (PCI), ma si dimise, delusa dalla politica, l’anno seguente. Nel 1979 pubblicò
Una giovinezza inventata, romanzo di formazione ambientato nella Torino della seconda metà degli anni Venti, e
Lo stregone (Torino), libro di fiabe e racconti favolosi.
Sempre per Einaudi, nel 1981 uscì
Inseparabile, romanzo che ha per protagonista il nipote Emiliano e la dura storia della separazione dei suoi genitori.
Alla morte del marito è dedicato
Nei mari estremi (1987). Il libro vinse il Premio Grinzane Cavour e ripercorre la vita dell’uomo amato e della sua malattia.
Nel 1989 vide le stampe
Un sogno del Nord, raccolta di brevi prose e saggi, seguita poi da
Le lune di Hvar (1991), romanzo-diario di quattro vacanze estive in Iugoslavia.
Fu sepolta nel cimitero di Demonte, accanto al marito. Il 2 novembre il suo nome venne inserito nella lapide dei cittadini illustri di Milano del Cimitero monumentale.