László Krasznahorkai, nato il 5 gennaio 1954 a Gyula, in Ungheria, è uno dei più importanti scrittori contemporanei europei. Dopo aver studiato giurisprudenza a Szeged e letteratura ungherese e filologia all’Università Eötvös Loránd di Budapest, ha iniziato a scrivere negli anni Ottanta, affermandosi subito come una voce radicale e innovativa della narrativa dell’Europa orientale.
Il suo romanzo d’esordio, Satantango (1985), ambientato in un villaggio ungherese in rovina, è considerato un capolavoro della letteratura postmoderna e ha ispirato l’omonimo film di Béla Tarr, con cui l’autore ha stretto un duraturo sodalizio artistico. Con La melancolia della resistenza (1989) e Guerra e guerra (1999), Krasznahorkai ha proseguito la sua esplorazione del caos, della decadenza e dell’incessante tensione tra disordine e ricerca di senso, temi centrali nella sua opera.
Altri libri fondamentali sono Il ritorno di Baron Wenckheim (2016, National Book Award for Translated Literature 2019), Seiobo è discesa sulla terra (2008, Man Booker International Prize 2015), Rovine (2002) e La trilogia della bellezza e della rovina (2013). Le sue prose, costruite su periodi lunghissimi e privi di interruzioni, creano un ritmo ipnotico che ha reso il suo stile immediatamente riconoscibile.
Krasznahorkai ha vissuto e scritto in vari paesi, tra cui Germania, Giappone e Stati Uniti, e ha collaborato con artisti visivi e musicisti, mantenendo una prospettiva globale e metafisica. La sua opera riflette una visione apocalittica e contemplativa del mondo moderno, in cui il collasso della civiltà convive con una ricerca spirituale ostinata e lirica.
Nel corso della carriera ha ricevuto numerosi premi internazionali, tra cui il Premio Formentor 2024 e, soprattutto, il Premio Nobel per la Letteratura 2025, assegnatogli «per la sua scrittura visionaria e vertiginosa che trasforma la disperazione in arte e riflessione universale».
