L’Amore è inquietudine, l’Amore è tormento. L’amore, per Dino Buzzati, è un monologo intimo, che si riempie di dubbi, insicurezze, fragilità, un presentimento del sé più profondo che non si ferma finché non arriva in fondo. L’amore per Dino Buzzati regala un abisso, e si trasforma in consapevolezza e conoscenza di sé. Un amore è un capolavoro del Novecento, senza se e senza ma. Si legge e si rilegge con la meraviglia di ritrovare pagine perfette. Sempre attuali, perché l’amore non cambia.
Antonio è un architetto di 49 anni, che in una casa di appuntamenti incontra Laide, ballerina della Scala, prostituta minorenne, spregiudicata e irresistibile. Antonio, sempre bloccato nei suoi affetti dal perbenismo borghese, dalle convenzioni e da un’incapacità di empatia con l’altro sesso, la vede e ne rimane posseduto.
Antonio ebbe un presentimento: come se quell’incontro avesse importanza nella sua vita, come se il coincidere rapidissimo degli sguardi avesse stabilito fra loro due un legame che non si sarebbe spezzato mai più, a loro stessa insaputa.
Laide non ha una bellezza straordinaria, ma ha la disinvoltura della popolana, la freschezza dell’età, il mistero di chi non si fa conoscere del tutto. Incredibilmente, la giovane prostituta si concede poco, scostante e fredda. E’ lei che ha il potere, e detta le regole.
Le donne, anche le meno scaltre, hanno una sensibilità tremenda per avvertire ciò che avviene nell'uomo in certi casi, il misterioso scatto per cui l’animo si accende e brucia.
Antonio si smarrisce in questo rapporto che il buon senso borghese etichetta come sbagliato e per lui diventa vitale. Per Antonio il rapporto con Laide è un labirinto della mente, un flusso di coscienza che attraversa tutte le anime della passione per farsi rabbia e frustrazione, ansia e ossessione, paura e certezza di tradimento, autocommiserazione alternata a orgoglio.
Un groviglio di sentimenti e contraddizioni che Dino Buzzati snoda con una grazia e un realismo inarrivabili. Perché l’amore non si decide con la testa, non lo si addomestica, l’amore aggredisce alla bocca dello stomaco, e lì stringe, e fa male. L’amore rende insicuri e ridicoli, riempie di ansie e interrompe il sonno con demoni e paure. L’amore infine restituisce un’immagine di noi esausta ma consapevole, nuda nella sua verità, e finalmente autentica, senza maschere, e senza vergogna.
Rileggiamo Buzzati, l’amore è tutto lì.
Recensione di Francesca Cingoli