Siamo a Sarnico, sul lago d'Iseo, nell'agosto del 1938. Gli abitanti del piccolo centro affacciato sul lago sono i protagonisti di questa storia piena di intrecci e divertenti sviluppi, che coinvolgerà figure tra loro diversissime. Tra queste, la vedova Moranti, una delle protagoniste più vivaci della piccola comunità, alla ricerca di un nuovo collaboratore domestico che, dopo lunga e scrupolosa ricerca, ritroverà in Esperanto Barnelli. Il giovane, avido quanto avvenente, intuisce immediatamente le mire passionali dell'anziana vedova e, con allusioni e false promesse, ne sfrutta la ricchezza a proprio vantaggio. Giocando con l'amore che lei nutre per D'Annunzio (morto in realtà da diversi anni), la convince a comprare, fra le altre cose, una villa sul lago di Garda, una motocicletta e un motoscafo di lusso da usare esclusivamente per sé. Nel frattempo, mentre l'adorazione della Moranti verso il maggiordomo inizia a scemare (così come l'equivoco di cui è rimasta vittima), la vedova scopre che il defunto marito, anni addietro, ha avuto un figlio da un'altra donna. Nella parrocchia di Sarnico, intanto, ci sono due importanti novità: da una parte il nuovo reverendo, don Fulvio Martinella, dall'altra la formazione di una band, i cinghiali, a sostituire il vecchio organista andato in pensione. A partire da qui, mille colpi di scena – un finto prete, un baule con documenti inediti, un tesoro sommerso nel lago d'Iseo – fino al rocambolesco finale in cui, come in una commedia delle più classiche, tutti i nodi inizieranno a sciogliersi per avviare la storia verso una piacevole soluzione. Lo stile garbato e la pacata ironia dell'autore, capace di spaziare tra il grottesco e il drammatico, fanno di questo romanzo un tenero e appassionato affresco della vita di paese nella provincia italiana che fu.