Lo straordinario racconto autobiografico di una protagonista del Novecento, scritto con una naturale voce narrativa, senza alcuna autoindulgenza, con grande sincerità ma nessun timore reverenziale. Giulia Maria Crespi appartiene a una importante famiglia lombarda, il cui nome è legato a molte attività in campo industriale e culturale e, indissolubilmente, al «Corriere della Sera». La signora Crespi racconta la propria vita, che ha proseguito la tradizione familiare filantropica e di impegno civile. Centrali nel libro sono le vicende, di grande importanza per la storia del nostro Paese, del «Corriere della Sera». In modo crescente Giulia Maria Crespi inizia a partecipare alla sua gestione (è nel Consiglio di amministrazione dal 1962 al 1974). Racconta la sua battaglia per l'ammodernamento del giornale, in consonanza con la parte piú progressista dell'opinione pubblica, battaglia che conduce al licenziamento di Giovanni Spadolini, la nomina di Piero Ottone come direttore e l'allontanamento di Indro Montanelli. Una svolta irta di difficoltà, che nel 1974 costringeranno la signora Crespi a lasciare la gestione del «Corriere». Questa è tuttavia solo una tappa del suo percorso. Sempre piú si indirizza all'intervento diretto nella società civile con opere caritatevoli presso famiglie bisognose e partecipa ai lavori di Italia Nostra. Nel 1975 assieme a Renato Bazzoni, fonda il FAI – Fondo per l'Ambiente Italiano, nato da un'idea di Elena Croce con l'intento di contribuire alla tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale italiano, che attraverso gli anni riporta in vita numerose meraviglie nazionali, per la gioia della gente. Da quaranta anni promuove attivamente l'agricoltura biodinamica, dato che non basta arrestare l'inquinamento del Pianeta, ma è urgente stimolare fertilità e biodiversità lavorando sui nessi sottili tra la terra e il cosmo con lavorazioni specifiche e preparati naturali.