Gabriele Basilico attraversa il Marocco in compagnia di Giovanna Calvenzi, la compagna di una vita, e di qualche amico. È l'estate del 1971 e nell'aria si respira la libertà di movimento di quegli anni e la tendenza del giovane fotografo a elaborare progetti compiuti, a non lasciarsi condurre dal caso. Dopo diecimila chilometri di viaggio, un itinerario nei luoghi più classici e nel deserto, con la voglia di vedere tutto, restano quindici rullini da trentasei fotogrammi. Sono pochi e sono un indizio verso un impegno sempre più professionale nel mondo della fotografia. Le immagini oscillano tra il reportage di forte impatto sociale, i profili architettonici delle città imperiali e i bellissimi volti che raccontano la vita delle persone (e che non torneranno più nella sua fotografia). Dopo Iran 1970, Marocco 1971 è un'altra tappa dell'apprendistato di Gabriele Basilico verso la carriera di grande fotografo classico oggi esposto in tutto il mondo. Il volume contiene un saggio di Michele Smargiassi che si sofferma su Basilico come "grande esploratore dei generi fotografici", un breve saggio di Bernard Millet e la testimonianza di Giovanna Calvenzi che ricostruisce il clima e gli scopi di quell'avventura.
