LORD BYRON E LA FATALITA'

Stravagante e sofferente, tenebroso e seduttore, affascinante e tragico, appassionato e ossessionato dalla necessità di una libertà morale senza limiti: questo è stato Byron, come uomo e come scrittore. Charles Du Bos, rivolgendo la sua indagine ai legami tra letteratura e percorso individuale, riconosce nel grande poeta inglese l'emblema del processo creativo, in cui confluiscono nella loro interezza i valori morali, i luoghi oscuri del vivere, le molteplici e a tratti contraddittorie emozioni dell'esperienza estetica e spirituale. L'analisi critica si accompagna così alla ricostruzione minuziosa di un'esistenza vissuta all'insegna dell'eccesso, nella segreta consapevolezza che ogni singolo atto sia, in fondo, l'espressione di un destino che coincide con la nostra più intima natura.

Stravagante e sofferente, tenebroso e seduttore, bello e tragico, appassionato e ossessionato dalla necessità di una libertà morale senza limiti. Questo era Lord Byron, uomo e scrittore, nel vivido e profondo ritratto che ci ha lasciato il grande saggista francese Charles Du Bos. In questa biografia, Du Bos mette in opera compiutamente la sua idea di critica, che non fa appello soltanto alla ricerca razionale, ma si concentra sul processo creativo, tendendo a coinvolgere nella loro interezza i valori morali ed estetici, i luoghi oscuri dell'esistenza, le molteplici e a tratti contraddittorie emozioni dell'esperienza estetica e spirituale. L'esame critico si accompagna allora alla ricostruzione minuziosa di un'esistenza vissuta all'insegna dell'eccesso, cercando la verità di un'anima e di un'opera che ha contribuito a mutare il nostro modo di intendere la poesia e la figura del poeta.

«Charles Du Bos è stato un vero maestro nell'arte della critica» Carlo Bo

«In una letteratura moderna che si rispetti, direi che un critico come Charles Du Bos ci vuole» Eugenio Montale

CHARLES DU BOS (Parigi, 1882 – La-Celle-Saint-Cloud, 1939) Scrittore e critico letterario, nasce a Parigi da padre francese e da madre inglese, si forma culturalmente in vari centri europei, stringendo amicizia con molti scrittori: da Gide a Joyce, da Proust a Claudel a Edith Warthon. Nel 1927 si converte alla chiesa cattolica. La sua intensa vita spirituale, della quale sono testimoninaza gli Extraits d'un journal, 1908-28, si riflette anche sull'attività critica, della quale ricordiamo: Notes sur Merimée (1921), Byron et le besoin de la fatalité (1929), Le dialogue avec André Gide (1929), Sur Marius l'Épicurien de Walter Pater (1930). Molti dei suoi scritti sono contenuti nelle sette serie di Approximations (1921-37).