C'era una volta uno stagno. E sul fondo soffice di questo stagno vivevano piccole larve di libellula. Il paesaggio in cui si muovevano era un bosco di piante acquatiche sempre in movimento, sui cui steli le larvette si dondolavano come in una culla. Ogni tanto una larva diventava un po' più grande delle altre e veniva presa dalla voglia di salire in superficie. Le compagne la vedevano arrampicarsi su uno stelo d'erba e sparire per sempre. Questo le rendeva molto tristi ma anche molto curiose. Una piccola larva coraggiosa promise che, quando fosse stato il suo turno, sarebbe tornata sott'acqua a raccontare alle compagne la sua avventura. Arrivò il grande giorno e la piccola larva cominciò ad arrampicarsi lungo uno stelo, guardando in basso le amiche che la salutavano e in alto la luce, increspata da onde leggere e scintillanti. Al termine del lungo viaggio la larvetta sbucò fuori dall'acqua, ricadde sfinita su una fragrante ninfea rosa e si addormentò. Al suo risveglio scoprì di non essere più una larva ma di avere bellissime ali trasparenti: si era trasformata in una libellula e poteva volare leggera nell'aria, tra i rami degli alberi fioriti. Guardando dall'alto la superficie dello stagno si rese improvvisamente conto che, avendo le ali, non sarebbe potuta tornare dalle compagne come aveva promesso. Poi però pensò che un giorno anche le altre larve si sarebbero trasformate in libellule, come lei, e avrebbero volato felici sopra le ninfee. E la tristezza passò.
