La pia Rosetta Drago, la giudiziosa e ambiziosa figlia del fioraio del cimitero, pur vivendo in un condominio che puzza di fritti e cavolo nel quartiere popolare di una città siciliana non meglio identificata, è nata elegante: "C'è chi nasce bella, c'è chi nasce intelligente, e io elegante sono nata". La sua brama di scalata sociale è tutt'uno col desiderio insopprimibile di circondarsi e possedere cose chic (gioielli, abiti, mobili, cristalli di Swarovski...) e solo un buon matrimonio potrebbe avvicinarla a quel paradiso in terra rappresentato dai quartieri alti ed elevarla finalmente, dopo tanto penare, allo status di vera signora borghese. Questa missione, che si rivelerà fallimentare, perché tanto lunga e faticosa sarà la salita quanto sarà repentina la caduta e il ritorno alle origini e alle case popolari, è accompagnata da una fede incrollabile e da pratiche devozionali, preghiere, messe, processioni. Suggella il romanzo l'epilogo divertente e crudo in cui la frigida Rosetta vive definitivamente il crollo dei suoi ideali, ma sempre... elegantemente. Romanzo dal profumo d'antan, breve, leggero, divertente nella propensione al grottesco e nell'umorismo un po' cattivo, "La signora Rosetta" ha la sua forza, stilistica e narrativa, nella vis comica di certe situazioni, nell'originalità dell'impianto e nell'estrosità del linguaggio.