Nei villaggi delle
Alpujarras è esploso il grido della ribellione.
Stanchi di ingiustizie e umiliazioni, i
moriscos si battono contro i
cristiani che li hanno costretti alla conversione. È il
1568. Tra i
rivoltosi musulmani spicca un ragazzo di quattordici anni dagli occhi
incredibilmente azzurri. Il suo nome è
Hernando. Nato da un vile atto
di brutalità – la madre morisca fu stuprata da un prete cristiano –, il
giovane dal sangue misto subisce il rifiuto della sua gente. La rivolta
è la sua occasione di riscatto: grazie alla sua generosità e al
coraggio, conquista la stima di compagni più o meno potenti. Ma c’è
anche chi, mosso dall’invidia, trama contro di lui. E quando
nell’inferno degli scontri conosce
Fatima, una ragazzina dagli immensi
occhi neri a mandorla che porta un neonato in braccio, deve fare di
tutto per impedire al patrigno di sottrargliela. Inizia così la lunga
storia d’amore tra
Fatima ed
Hernando, un amore ostacolato da mille
traversie e scandito da un continuo perdersi e ritrovarsi. Ma con
l’immagine della mamma bambina impressa nella memoria,
Hernando
continuerà a lottare per il proprio destino e quello del suo popolo.
Anche quando si affaccerà nella sua vita la giovane cattolica
Isabel…
Questo romanzo consacra
Ildefonso Falcones maestro del
thriller
storico. Dopo
La cattedrale del mare, miglior esordio narrativo del
2007, La mano di
Fatima si distingue per l’accurata ricostruzione
storica, la densità di avvenimenti, la narrazione imperniata sulla
vicenda di un uomo di fronte alle eterne passioni, l’odio, l’amore, le
disillusioni e le speranze coltivate all’ombra del potere oscuro
dell’Inquisizione e della nobiltà. Ma è anche la storia, attualissima,
di uno scontro fra religioni calato nell’epopea di un intero popolo: un
mosaico di personaggi alle prese con innumerevoli colpi di scena capaci
di emozionarci sino all’ultima pagina.