Sono quattro. Eredi di clan avversari. Uniti per sopravvivere. Un profondo silenzio, simile alla calma immobile di un predatore a caccia, aveva invaso all'improvviso la foresta. Veloce come un lampo, Maya con un balzo recuperò il suo arco, un metro più in là, e lo tese subito in direzione dell'ombra che si stagliava fra gli alberi. - Non fare del male al mio fratellino, ti prego - se ne uscì Bregan squadrandola con aria fredda e impassibile. - Non sa nulla delle nostre leggi. Quando Maya riconobbe il ragazzo moro dai lunghi capelli intrecciati che si trovava davanti a lei, impallidì, ma poi si riprese e gli restituì uno sguardo furioso. Bregan, sentendo il ringhio di collera che fuoriusciva dalla gola della lupa, ebbe l'impulso di trasformarsi. In quelle sembianze Maya non era impressionante, rapida e micidiale come nella sua forma animale, ma non era nemmeno indifesa. E le sue frecce avevano la reputazione di non mancare mai il bersaglio. - Tranquilla, non sono qui per battermi, ok? - dichiarò lui sollevando le braccia come per arrendersi mentre la lupa seguiva con attenzione ogni suo movimento. - Se devi uccidere qualcuno, uccidi me. Maya aggrottò le sopracciglia con aria concentrata. In effetti, avrebbe potuto uccidere l'erede dei Taigan. Ne aveva il diritto, e nessuno glielo avrebbe rimproverato, ma non era sicura di volerlo fare.