«Chi è l'uomo del jazz italiano? Un poeta o un artigiano della musica? Chi è il critico italiano di jazz? Un giornalista reduce dal Cantagiro? Un musicista fallito? Un esaltatore di avanguardie per credo politico o un conservatore per inadeguatezza culturale? E per la folla, il jazz italiano cos'è? Jazz Inchiesta: Italia, primo libro sul jazz italiano, propone le risposte a questi interrogativi più con finalità di "informazione stimolante" che di trattazione "dotta" del fenomeno musicale jazzistico in Italia. È un racconto giornalistico formato dalle testimonianze di musicisti, critici, attori, studenti, tutte le piastre di un mosaico alternante in modo solo apparentemente casuale, una sequenza che del jazz ha il ritmo e la visceralità». Basterebbero le note di copertina dell'edizione originale, pubblicata nel 1971, per spiegare perché, oggi più che mai, sia necessario non solo ripubblicare un libro simile, ma ricollocarlo nel contesto dal quale si è staccato con la forza di una meteorite e la visionarietà di un'opera d'arte. Un volume irripetibile, reso unico da quel preciso taglio giornalistico dato dalla scelta di scattare "semplicemente" un'istantanea del paesaggio culturale senza "ricalcare in bella" giudizi di sorta. E dalla volontà di registrare direttamente al fianco dei musicisti: usando il microfono come fosse un altro strumento di questa spontanea jam; indagando la questione musicale direttamente dall'interno delle naturali connessioni con la questione civile; stimolando risposte che altrimenti non si sarebbero mai improvvisate, se fossero rimasti distinti i due lati della barricata; scendendo infine tra il pubblico, con la gente e per la gente, in piena sintonia con le istanze che, all'epoca, stavano capovolgendo le consuetudini.