A metà tra un film di Wes Anderson e uno di Woody Allen, Il fermaglio racconta le avventure di tre ex compagni di college che la vita aveva diviso e il destino decide di riunire. Giovanissima, Sloane Crosley si è imposta come una delle voci piú brillanti, energiche e divertenti della letteratura statunitense: e tutto questo è riuscita a farlo già solo con le raccolte dei suoi articoli usciti per le principali riviste americane. Si capisce bene, quindi, quanta attesa ci fosse per il suo esordio nel romanzo. Lo spunto è un'apparentemente improbabile caccia al tesoro: ritrovare la collana che avrebbe ispirato a Guy de Maupassant un celebre racconto (La collana, appunto). Ma ben presto il lettore capisce che quello che realmente cercano i tre personaggi è un loro personale «fermaglio», l'anello che tiene chiusa una collana, qualcosa che li faccia uscire dalla crisi che stanno attraversando e li divide dall'età adulta, qualcosa che faccia rivivere la loro amicizia. Viktor lavora nel settimo motore di ricerca piú usato – o meglio: meno usato – della rete. O meglio ancora: lavorava, essendo stato appena licenziato. Kezia sembra finita in una versione fuori di testa del Diavolo veste Prada, costretta a fare da assistente a una designer di gioielli tanto arrogante e pasticciona quanto poco dotata, al contrario di Kezia, per la creazione di collane. Nate era il letterato del gruppo, almeno finché non decide di mollare le riviste letterarie per cui lavorava e trasferirsi in California a scrivere sit-com per la televisione. Peccato che da quando la sua serie è stata cancellata, anni fa, non è piú riuscito a piazzare uno script. Riuniti anni dopo per il matrimonio di una loro compagna di corso, scoprono che tutti e tre hanno in qualche modo perso l'appuntamento con la felicità. E i trent'anni si avvicinano...