In quasi duecento anni, e per la prima volta al mondo, un saggio mai apparso, in qualsiasi lingua, che dubita di tutta la letteratura, romanzata o saggistica che sia, sulla figura del dandy e sul tema del dandismo. Da Barbey d'Aurevilly a Baudelaire, da Sartre a Camus, da Brummell a d'Orsay, da Wilde a d'Annunzio, dalla de Buzzaccarini alla Franci, da Praz a Scaraffia, da Onfray a Bollon... tutti sotto torchio. Il libro, tirato in soli cento esemplari numerati e firmati dall'autore, di formato A4, consta quasi di 300 pagine, è interamente composto e rilegato a mano, ed è corredato di oltre 50 tavole fuori testo (più di 100 immagini) a tutta pagina, per la pressoché totalità a colori, tavole che rappresentano scorci interni, ed esterni notturni, della dimora di un esteta, documenti e fotografie, anch'essi mai pubblicati al mondo, Sullo sfondo di questa residenza (il cui proprietario ha voluto rimanere anonimo), ritratta nel mistero dell'oscurità, proprio quando tutte le certezze si arrendono alla supremazia dell'Imponderabile, nell'incanto feerico ed esclusivista di una coreografia dell'Irraggiungibile e dell'Assoluto, si dipana, spietata e indifferente alle seduzioni della notte, la confutazione evertitrice di una corale menzogna perpetuata come verità.