Nel secondo dopoguerra l'arte carrozziere italiana visse il suo periodo più fulgido nel corso del quale si imposero all'attenzione del grande pubblico l'ispirazione di numerosi stilisti e la straordinaria capacità esecutiva di abili artigiani. Fu un'epoca di grande fermento, ove la fantasia e l'audacia creativa fissarono il nuovo linguaggio del design automobilistico. Interpreti massimi di questi fecondi indirizzi stilistici che avrebbero imposto lo stile italiano nel mondo furono Pininfarina e Bertone, ai quali seguì negli anni Sessanta Giugiaro con la sua Italdesign. Protagonisti assoluti nel tracciare l'evoluzione formale e concettuale dell'automobile. A Nuccio Bertone si devono le leggendarie Alfa Romeo Bat degli anni Cinquanta, la Lamborghini Miura, le avveniristiche Marzal e Carabo, la favolosa Stratos, solo per citarne alcune. Il nome Pininfarina, oltre a capolavori quali la Lancia Aurelia B24 e l'Alfa Romeo Giulietta Spider, rimanda subito alla Ferrari, un binomio indissolubile venutosi a creare dal 1951 e continuato fino ai nostri giorni, dal quale sono scaturite le più ambite e sognate granturismo di sempre. Il genio creativo di Giugiaro, dopo la Maserati Ghibli, la Bizzarrini Manta e l'Alfa Romeo Alfasud, ha avuto la sua consacrazione internazionale nel 1974, quando ha cambiato il volto e le sorti della Volkswagen con la Golf, stabilendo un termine di paragone col quale da allora tutti gli altri hanno dovuto misurarsi. Senza dimenticare altri suoi clamorosi successi come le Fiat Panda, Uno e Punto.
