Fu solo nella primavera del 1937 che il pubblico inglese e quello americano poterono leggere Gli anni, la cronaca della storia di una famiglia della upper middle class inglese, i Pargiter, dal 1880 ai primi anni trenta. Era dal 1931 (dalla pubblicazione di Le onde), che la Hogarth Press, la casa editrice dei coniugi Woolf, non dava alle stampe un romanzo di Virginia. Gli anni fu il romanzo di maggior successo della Woolf, l'unico che, con circa 40.000 copie vendute, entrò nella classifica dei libri più venduti del "New York Times". Ciò è dovuto a diversi fattori, tra cui la crescente fama della romanziera e la sua maggior partecipazione alla vita pubblica. Un motivo non trascurabile sembra però essere il genere al quale più facilmente è ascrivibile l'opera, il romanzo di famiglia. Una famiglia in cui, soprattutto dopo il primo capitolo, le relazioni più frequentemente prese in esame non sono quelle dirette, come tra padri e figli ad esempio, ma quelle tra fratelli e sorelle, tra cugini, o tra zie e nipoti, spesso non sposati, in una appena accennata denuncia di sterilità che attraversa l'intero romanzo. Gli anni, pur essendo stato concepito già nel 1931, sembra infatti risentire dell'atmosfera di pericolo incombente che la salita al potere dei movimenti fascisti in Europa stava portando con sé. Negli stessi anni in cui Joyce completava il suo testamento narrativo, Finnegans Wake, una summa della cultura occidentale, Virginia Woolf scriveva la propria "capsula del tempo" da consegnare ai posteri, il libro nel quale sarebbe entrato tutto: "Deve essere un romanzo-saggio intitolato La famiglia Pargiter, e deve comprendere tutto: sesso, istruzione, vita ecc.".