Sul cibo si spendono fiumi di parole ma dicendo cose talmente contrastanti che è difficile orientarsi. Per qualcuno la fame è irrazionale e il cibo un puro mezzo. Per altri mangiare è l'azione più egoistica o più comune. C'è chi dice che l'uomo è ciò che mangia, o che mangia ciò che è. Più che aggiungere altre parole, l'idea è di fermarne qualcuna e di chiedersi cosa il cibo non è. Il libro di Riva si articola in tre agili parti, che affondano nei paradossi individuali e collettivi, comici e tragici, del cibo e del corpo. Mangiare è una gran cosa lavora sui paradossi del cibo e denuncia la logica perversa della tirannia dei bisogni e il conflitto globale tra grasso e magro. Incomprensioni alimentari viaggia tra cibo, letteratura (Petronio, Cervantes, Goethe, Novalis, Calvino) e filosofia (Agostino, Weil, Bloch, Buber, Lévinas, Nancy, Derrida). Corpi incerti affronta le nuove prigioni e il vissuto del corpo, una realtà sempre ambivalente che è la trincea contro ogni banalità. Il cibo non è solo mezzo e materia. È lavoro, parola, pensiero, gioco, umanità, libertà, esistenza, responsabilità, salute, giustizia. Un essere con gli altri da non confondere con un banchetto.
