Il fenomeno migratorio sembra mettere in discussione principi costituzionali che si ritenevano definitivamente conquistati. In taluni settori del nostro ordinamento giuridico, infatti, sono rintracciabili significative discriminazioni nei confronti dei "non cittadini": sia per quanto riguarda l'esercizio di alcune libertà fondamentali, sia per quanto concerne il godimento di alcuni diritti sociali. I giudici sono spesso intervenuti sanzionando i provvedimenti amministrativi ritenuti discriminatori. Il compito di preservare il significato propriamente antidiscriminatorio del principio di uguaglianza non può, peraltro, gravare interamente sulla giurisdizione. È la politica, infatti, il luogo in cui le grandi scelte costituzionali in materia di uguaglianza e diritti dovrebbero trovare la prima - e più duratura - attuazione.