Pittura inquieta titola Rodolfo Aricò una sua opera del 1998, oggi nelle collezioni Intesa Sanpaolo: definizione poetica e significante, scelta per riassumere il senso della sua ultima stagione creativa, che va dalla fine degli anni Ottanta alla sua scomparsa nel 2002. Un periodo significativo in una parabola creativa lunga e complessa, che vede l'artista attivo già alla fine degli anni Cinquanta, e attraversare la seconda metà del XX secolo dando vita a una sua specifica declinazione di pittura oltre le coordinate acquisite del dipingere, secondo traiettorie di indipendenza e radicalità rispetto all'avvicendarsi di correnti e tendenze.
Curato da Francesca Pola e pubblicato in occasione della mostra organizzata da Intesa Sanpaolo alle Gallerie d'Italia - Piazza Scala, in collaborazione con l'Archivio Rodolfo Aricò, nell'ambito del progetto Cantiere del '900 - dedicato alla valorizzazione delle collezioni de Novecento della Banca -, questo volume nasce dalla considerazione della unicità e centralità di questa stagione espressiva, sinora meno indagata nel contesto del ricco ed esteso percorso creativo di Aricò.
Quello degli anni Novanta è per l'artista un periodo di sorprendente fecondità espressiva, denso di folgoranti intuizioni, che portano all'estremo la sua libertà di relazione con il fare pittura. Un periodo segnato da una profonda crisi esistenziale, in cui la pittura diventa per lui un vero e proprio corpo vivente: nella complicazione irregolare dei suoi perimetri e superfici, nelle lacerazioni vibranti dei colori. Parallele alle opere, sono le sue riflessioni sul fare pittura, che egli ha voluto tradurre in questi anni anche in forma di racconto breve: incontri e dialoghi immaginati con autori del passato (Rembrandt, Vermeer, Velázquez, Reynolds, Rothko), pubblicati per la prima volta integralmente in questo catalogo.