Il viaggio della psichiatria italiana, come ci ricorda Piero Benassi, parte dalla Società Freniatrica Italiana, fondata nel 1873 da Andrea Verga. […] Le tappe del viaggio sono valutate da Piero Benassi con attenzione storica, arricchita dalla passione che non è mai mancata all'Autore nel corso della sua lunga carriera scientifica e professionale. Attraverso un'analisi delle argomentazioni dell'Antipsichiatria, del ruolo di Psichiatria Democratica e della Società Italiana di Psichiatria, della riforma psichiatrica e del periodo politico e sociale del nostro paese durante la gestazione e dopo la prima applicazione operativa della "legge Basaglia", Piero Benassi propone una visione d'insieme sulle tappe della seconda parte del viaggio della psichiatria italiana, visione che dal panorama nazionale ci riconduce spesso alle esperienze locali sulla attuazione della legge, vissute in prima persona dall'Autore proprio all'interno di quel "manicomio dimenticato", più volte oggetto delle sue riflessioni. La psichiatria italiana si confronta con nuove norme legislative, il "Progetto Obiettivo 1994-1996" e, successivamente, il "Progetto Obiettivo 1998-2000". Facendo riferimento agli articoli dedicati alla assistenza psichiatrica nella Legge 833, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale e agli importanti risultati degli anni di lavoro e di sperimentazione nel settore psichiatrico pubblico successivi, il legislatore indica come obiettivo prioritario la promozione della salute e la prevenzione dei disturbi mentali, spostando l'asse portante del modello di assistenza psichiatrica pubblica dagli interventi fondati sul ricovero ospedaliero a quelli centrati sui servizi territoriali. Piero Benassi conclude il proprio viaggio analizzando due elementi che oggi caratterizzano la missione e l'identità dello psichiatra italiano: gli aspetti etici della disciplina e la responsabilità professionale, con particolare riferimento alla pratica della psichiatria di comunità". [Dalla Prefazione di Mariano Bassi].