Cartonato con sovraccoperta, ill. colori. In che cosa consiste il misterioso fascino che da sempre la grande arte esercita sull'essere umano, a prescindere dalla sua estrazione sociale e dalla sua formazione culturale? Perché ogni volta che, di proposito o per caso, ci troviamo di fronte a un capolavoro irrompe in noi qualcosa che turba la nostra tranquillità, la nostra consueta visione del mondo?
Simon Schama, storico e critico d'arte di fama internazionale, prende spunto da questi cruciali interrogativi per esplorare l'atto della creazione artistica attraverso i ritratti di otto maestri della pittura e della scultura. L'eccezionalità dei personaggi da lui scelti emerge dall'analisi di un'opera particolare che rappresenta una svolta nella loro produzione e la cui genesi si sviluppa sotto il segno di uno "spasimo acuto", di un'estrema tensione creativa. Per ciascun artista le motivazioni sono differenti: in Caravaggio tale tensione è dovuta al senso di colpa per essersi macchiato di un assassinio, sentimento che si manifesta con drammatica evidenza nella Decollazione del Battista; in Bernini al desiderio di riaffermare, con L'estasi di santa Teresa, il proprio ruolo di scultore simbolo della Roma seicentesca; in Rembrandt al braccio di ferro con la committenza che contraddistinse principalmente la realizzazione del Giuramento dei Batavi; in David, Turner e Picasso - con La morte di Marat, La nave negriera e Guernica - alla presa di coscienza che la pittura può essere anche strumento, "arma", di impegno e lotta civile; in Van Gogh, soprattutto con i lavori che precedono il suicidio, e in Rothko, con i Murali Seagram, a un'idea di creatività come missione suprema che li porta a sfidare fino in fondo se stessi alla ricerca di nuovi linguaggi. Ognuno di questi "drammi della creazione" coincide con un momento di evoluzione, o di crisi, personale nel quale l'artista si misura con un progetto di grande portata il cui risultato espressivo rimarrà ineguagliato e muterà per sempre il corso della storia dell'arte. Protagonista assoluto degli atti di tale dramma sarà l'artista medesimo, creatore posseduto dalla scintilla divina, eccentrico sovversivo osteggiato dal potere costituito e, seppure talvolta destinato a soccombere, comunque trionfatore grazie al suo genio.
Il potere dell'arte tratteggia non solo i destini di otto capolavori e di otto personalità straordinarie, ma anche otto vicende artistiche fondamentali per la nostra civiltà e per le nostre esistenze individuali. Quelle opere e i loro artefici, infatti, "ci dicono qualcosa su com'è il mondo, com'è stare dentro la nostra pelle ... e rispondono, irrefutabilmente e grandiosamente, all'irritante domanda di ogni refrattaria recluta dell'arte che, trascinata oltre la porta di un museo, strascica il passo e brama malinconica i saldi di fine stagione o i risultati delle partite di calcio: "Ma alla fine a che cosa serve l'arte?"".