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«Non è possibile parlare del lavoro senza considerarlo in rapporto con le grandi domande di senso che si agitano nel cuore dell'uomo. Le risposte a queste domande caratterizzano il nostro stile di vita e, in particolare, il nostro modo di lavorare.» In un mondo in cui l'ambizione e la competitività sembrano assurgere a valori supremi, e il lavoro è spesso considerato soltanto un mezzo per arricchirsi e fare carriera, la voce di Pippo Corigliano esce prepotentemente dal coro, suggerendo una chiave di lettura tanto inconsueta quanto profonda dell'attività professionale, un aspetto fondamentale nell'esistenza di ogni uomo: la vita ordinaria come scenario di una vita santa e il lavoro quotidiano come strada verso l'unione con Dio.
Esiste dunque un legame inscindibile tra le sfere della spiritualità e dell'agire pratico, un nesso che diventa evidente anche nell'atteggiamento con cui ciascuno di noi affronta le incombenze di ogni giorno: la capacità di svolgere con impegno e allegria i compiti che ci spettano, di ascoltare gli altri, di essere attenti ai loro bisogni dipende, sostiene Corigliano ispirandosi all'insegnamento di san Josemaría Escrivá, da ciò che abbiamo nel cuore e dalla consapevolezza che, con il nostro lavoro, stiamo collaborando alla grandiosa opera di Dio. Prenderne coscienza, coltivare la propria spiritualità, corroborarla con la preghiera e far sì che traspaia da ogni gesto è il primo, indispensabile passo verso quella «santità laica» di cui il mondo lamenta sempre più la mancanza.
L'obiettivo è arduo ma non irraggiungibile, come dimostra l'esperienza di molte persone di successo che l'autore ha conosciuto e frequentato e di cui tratteggia il profilo interiore in una prospettiva nuova e per tanti versi sorprendente. Il coraggio e la cultura di Ettore Bernabei, la creatività e la sensibilità umana di Leonardo Mondadori, la lealtà e l'acume di Indro Montanelli, il senso morale e il contatto con la natura di Susanna Tamaro, la ricchezza poetica di Alessandro D'Avenia, il buon umore e l'intelligenza di Costanza Miriano, la raffinata ricerca del bello di Paola Grossi Gondi – ma anche l'umiltà, la tenacia e la pazienza dei tanti che vivono la loro fede al di fuori della luce dei riflettori – sono la prova di come l'amore e la dedizione possano aiutare a «santificare il lavoro», a «santificarsi nel lavoro» e a «santificare gli altri con il proprio lavoro».
Senza dimenticare mai che l'uomo è poca cosa, ma Dio lo fa grande affidandogli la missione di realizzare il Suo disegno, con la docilità attiva di chi sa bene di dover far fruttare i talenti ricevuti, perché non sono suoi ma del Padre.
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