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Che cosa significa essere figlio di una leggenda vivente? Certo, significa non avere problemi economici. Ma, a parte questo, può significare avere tutti gli altri, di problemi: primo fra tutti, quello di non potersi confrontare con due genitori lontani, sempre in giro per il mondo, che per farsi perdonare ti colmano di regali e non ti sgridano mai? C'è nel libro una scena memorabile, che risale all'infanzia dorata di Piero: «Una mattina di tanti anni fa mio padre mi porta all'edicola dei Parioli. Sapeva che facevo l'album dei calciatori - tutti avevamo l'album dei calciatori Panini - e così mi porta a comprare qualche pacchetto? Ho sentito dire che il desiderio muove il mondo, che non c'è cosa che accada se non la desideri. E così, quella mattina di mille anni fa, mio padre portò me, ragazzino, pieno di aspettativa innocente e febbrile, davanti all'edicola? "Che vuoi?" "Le figurine." "Buongiorno," dice Paolo all'edicolante "mi dà tutte le figurine che ha?" Fortuna vuole che era appena arrivato un carico di pacchetti. Papà li compra tutti, pensando di farmi felice? Strano, io in quel momento ho sentito come un secchio d'acqua sul mio piccolo fuoco di desiderio. Sapevo di aver completato l'album in quell'istante, con un'unica soluzione. E insieme all'album finiva anche lui: il desiderio. Celo, manca, celo, manca. Celo tutte, manca niente, addio gioco.» Questo libro racconta, con sorprendente efficacia e molta ironia, una vita che, da quella «scena primaria» delle figurine, è stata una lunga e vertiginosa discesa nell'abisso della droga. Prima assaggiata con nonchalance («tanto smetto quando voglio»), poi diventata ossessione, ragione di vita, devastante presenza fissa. Fino al bivio fatale: morire o andare in comunità, e scontare i privilegi del passato in tre anni di umiliazioni, violenze, spogliato di tutto e più di ogni altra cosa della libertà.
Non mi sono fatto mancare niente è un libro a suo modo struggente, dove i ricordi drammatici si alternano a momenti di sublime divertimento. E dove Villaggio junior pratica con assoluta padronanza l'ironia e l'autoironia, il gusto del grottesco, il senso del comico e il senso del tragico? Vi ricorda qualcuno?
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